Ciao lettori, la recensione di oggi è del libro The Bridge Kingdom di Danielle L. Jensen, il primo volume di una dilogia che ha come protagonisti Lara e Aren. La serie è molto più lunga in realtà (al momento sei romanzi), ma le vicende di questi due personaggi si concluderanno con il libro "The Traitor Queen".
Ringrazio Queen Edizioni per la copia.
Titolo: The bridge KingdomLara, principessa guerriera addestrata in isolamento, è guidata da due certezze. La prima è che re Aren del regno del ponte è suo nemico. La seconda è che sarà lei a metterlo in ginocchio. Unica via d’accesso e di commercio in un mondo devastato dalle tempeste, il regno del ponte arricchisce sé stesso e impoverisce i suoi rivali, compresa la patria di Lara. Così, quando viene mandata in sposa con il pretesto di portare la pace, Lara è pronta a fare qualsiasi cosa per rompere le sue impenetrabili difese. E le difese del suo re. Tuttavia, mentre si infiltra nella sua nuova casa e acquisisce una comprensione sempre più profonda della guerra per il possesso del ponte, Lara inizia a chiedersi se lei sia l’eroina o la nemica. E quando i suoi sentimenti per Aren si trasformano da gelida ostilità a feroce passione, deve scegliere quale regno salvare... e quale distruggere. The Bridge Kingdom è un fantasy seducente perfetto per i fan di From Blood and Ash e A Court of Thorns and Roses.
Recensione "The bridge Kingdom" di Danielle L. Jensen
The Bridge Kingdom era uno dei titoli che più attendevo quest'anno. Ne ho sentito parlare bene per anni e l'idea di base mi attirava particolarmente: una principessa costretta ad andare in sposa a un re di un regno nemico, una ragazza addestrata sin da piccola per diventare un'assassina e una spia per distruggere il nemico dall'interno, un'isola che ha il monopolio del commercio grazie al ponte che la collega ad altri territori. Con delle premesse così è stato difficile resistere.
All'inizio Lara sembra interessante. E' stata addestrata per essere fredda e crudele, per sposare il re di Ithicana e scoprirne i segreti. Lara è stata cresciuta dal padre in modo spietato e sin da piccola ha una visione diversa della situazione politica, ma una volta che diventa la moglie di Aren scopre che quello che ha sempre saputo in realtà è falso. Purtroppo non sono riuscita ad entrare in sintonia con lei perché per buona parte del libro quello che prova e pensa Lara viene messo in secondo piano per dare spazio all'azione. A non farmela piacere particolarmente anche il fatto che Lara deve scoprire i segreti di Ithicana e su questo leggendario ponte, segreti che vengono custoditi gelosamente, ma che Lara (ovviamente) scopre senza fare il minimo sforzo perché per la maggior parte del tempo ha la strada spianata.
Anche Aren aveva del potenziale. E' un re-guerriero che fa di tutto per il suo popolo e sin da subito si capisce che non è il cattivo della situazione. Il problema è che è ancora più bidimensionale di Lara. Una cosa che mi ha particolarmente infastidita è il modo in cui si fida di Lara senza troppi problemi. O meglio, lui prova ad essere diffidente, ma in realtà serve su un piatto d'argento i segreti di Ithicana.
Prima di parlare della storia d'amore, ci tengo a specificare che in questo libro di romance c'è poco. Perché dalla trama sembra che sia uno di quei libri in cui l'amore è il fulcro della storia, ma non è così. So che molti ne sono convinti, io in primis mi aspettavo un libro principalmente romantico e invece così non è stato. Ci tengo a sottolineare anche che per me questo non è stato un problema, anzi, solitamente tendo ad apprezzare di più i libri in cui l'aspetto fantasy e politico è più accentuato.
La storia tra Lara e Aren all'inizio sembra avere molto potenziale, ma andando avanti non l'ho trovato molto sensato. Vuole essere uno slow burn, ma purtroppo non è gestito bene e risulta forzato. Come possono ad un certo punto innamorarsi profondamente due persone che all'inizio non hanno nessun tipo di rapporto? Perché per metà libro, ad accezione di qualche scena, i due non hanno molto tempo per approfondire la loro conoscenza, anche se il libro in teoria è ambientato in un lasso di tempo più lungo di quel che si pensa (passano mesi, ma a me sono sembrate settimane). Mi è dispiaciuto perché penso che la ship, se gestita bene, poteva anche piacermi. Infatti ci sono state un due\tre scene tra Aren e Lara tutto sommato simpatiche, per non parlare del fatto che nel finale avrebbero potuto coinvolgermi di più se il loro rapporto avesse avuto solide fondamenta.
In generale per buona parte della storia ci si concentra su altri aspetti, come quello politico. Solitamente in una storia lo apprezzo, ma qui l'ho trovato noioso e confusionario. Vengono citati alcuni regni che alla fine risultano intercambiabili perché non sappiamo molto altro oltre il nome. Non ho nemmeno apprezzato il fatto che buona parte della prima metà del libro fosse fin troppo ricca di azione. In altri casi non mi sarei lamentata, ma qui i personaggi vengono continuamente sballottati da un posto all'altro per respingere l'ennesimo attacco, cosa che ad un certo punto rende la storia ripetitiva e toglie spazio ad altri aspetti della storia.
Se dovessi trovare dei punti positivi direi l'idea alla base del world-building che ho trovato interessante. Ithicana è un'isola tropicale, ricca di creature pericolose e tempeste violente, ma è anche in una posizione che permette tantissimi vantaggi economici. Nell'ultima parte alcuni capitoli non mi sono dispiaciuti, ma ormai a questo punto della storia avevo perso interesse. Il finale l'ho trovato frettoloso, però da un altro punto di vista riconosco che potrebbe far venire la voglia di prendere subito in mano il seguito a coloro che hanno apprezzato questo volume.
Valutazione: 2 stelle
Il mio giudizio finale purtroppo è negativo. Vorrei direi di essermi goduta questo libro nonostante i difetti, ma la verità è che non mi ha coinvolto minimamente per la maggior parte del tempo. Mi ha annoiata e ho dovuto fare uno sforzo enorme per concluderlo. Mi sento amareggiata perché ero davvero convinta che l'avrei apprezzato. Magari non proprio amato, ma speravo almeno in una lettura piacevole. Ai lettori interessati posso solo dire di fare comunque un tentativo perché il mio è un parare abbastanza impopolare, perciò se il libro vi ispira vi consiglio ugualmente di provare.
Giusy,
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