Recensione ''Gli inganni di Locke Lamora'' di Scott Lynch

Salve a tutti, cosi a sorpresa la Recensione di ''Gli inganni di Locke Lamora'' sarebbe giusto farla. Una serie che forse non vedrà mai una fine.  Ma tanto se siete appassionati delle cronache del ghiaccio e del fuoco ad esempio non sarà una novità. Quindi non ci angustiamo troppo dai.

 
Titolo: Gli inganni di Locke Lamora
Autore : Scott Lynch
Editore : Oscar Mondadori
Traduzione: Anna Martini
Pagine : 605
Pubblicazione: 2006 (Usa) 2007/2020 (ita)

"Nella misteriosa città di Camorr un orfano ha vita dura, e spesso breve. Ma il giovane Locke Lamora riesce a eludere la morte e a non farsi catturare come schiavo, fino a diventare un furfante provetto sotto la tutela del Forgialadri, un talentuoso artista della truffa. A capo della banda di fratelli dalle dita leste, noti come Bastardi Galantuomini, Locke diventa presto celebre, e si fa beffe persino del più temuto re della malavita. Ma tra le ombre si annida qualcuno di ancora più ambizioso e micidiale. Di fronte a un sanguinoso colpo di stato che minaccia di distruggere qualunque persona o cosa che abbia un senso nella sua esistenza, Locke giura di sconfiggere il nemico al suo stesso gioco crudele. Costi quel che costi.''

Recensione di ''Gli inganni di Locke Lamora'' Di Scott Lynch 

Dalle prime pagine di questo libro si respira un atmosfera strana, a tratti già vista già sentita, un orfano venuto dalla strada con un talento nascosto che si caccia nei guai e se ne tira fuori con una buona dose di fortuna. Per chi legge Fantasy questo è pane quotidiano.

Eppure se si procede nella lettura si notano alcune piccole differenze che piano piano si allargano fino a mostrare scorci di una storia più originale di quanto sembri. Locke e gli altri Bastardi Galantuomini sono sì una banda di ladri abili nel loro lavoro, sono una famiglia per certi versi, ma allo stesso tempo sono anche altro. Nonostante la loro bravura nel mestiere hanno anche dei punti deboli, ed è questo a renderli più verosimili, a dargli quell'umanità, quell'unicità che spesso manca ad altri personaggi che danzano sul filo della perfezione, sventolando magari un falso tormento che non serve se non a esaltare il piedistallo sul quale sono e dal quale non scenderanno mai.

Qui non accade invece. Per ogni successo c'è un costo da pagare, per ogni vittoria una perdita e per ogni sconfitta una lezione appresa. Questa ''legge'' se così si può definire viene accentuata durante la narrazione dai continui salti temporali, che non sono pesanti o macchinosi, anzi vengono proposti con un buon ritmo e sono sempre utili per immergersi nella vita dei personaggi, per comprendere meglio quell'aspetto del loro carattere e il perché agiscono in un certo modo. 

Una storia sempre più intricata e piena di colpi di scena. Forse in un primo momento può sembrare banale come già detto, ma sta lì quel colpo di genio che rende migliore questo libro. Se si è quel tipo di persona che  cerca a tutti i costi di farsi un’idea su come procederà la storia si rimarrà sorpresi, i colpi di scena non mancano anzi, ma sono ben studiati e non capitano mai nei momenti che ci si aspetta, anzi sono quasi dei jumpscare che ti sorprendono quando meno te lo aspetti. Come se non bastasse questo ci sono anche gli attimi di tensione veri e propri dove sai che sta per succedere qualcosa e vivi quelle pagine con la più genuina voglia di continuare che ci possa essere. Questi due fattori si scambiano il posto più e più volte creando un ritmo che facilmente può prendere un lettore. 

L’ambientazione non è che un contorno poi. Anche se sembra preponderante per certi versi in realtà non è altro che un palcoscenico, si ben costruito, ma una scenografia per quanto bella non serve che ad un unico scopo, mettere gli attori in un contesto e poi lasciarli recitare la loro parte. Camorr è così, ci vengono mostrate molte sue caratteristiche, così come in generale quelle di tutto un mondo fantasy dove si trova la città. Però sia la città che il mondo in generale sono confusionari e distanti. Forse questo è un difetto. Perché nonostante la mole di spiegazione e dettagli poi manca una specie di elenco preciso, una sorta di glossario magari a fine libro che possa spiegare meglio una caratteristica della città. Anche nelle pagine che leggiamo ci sono spiegazioni riguardanti luoghi, caratteristiche, eventi, religione e magia. Si poteva però inserire il tutto in discorsi più precisi, dove il narratore onnisciente dona al lettore la conoscenza del mondo come se fosse quella appresa dai personaggi che ci vivono dentro.

Nonostante ciò, Locke e i suoi riescono ad essere talmente carismatici da lasciare tutto in secondo piano.

In definitiva Gli Inganni di Locke Lamora ha questo come punto forte, i personaggi. E non intendo ovviamente solo i protagonisti, la mole di comprimari ben caratterizzati è davvero impressionante. Ogni personaggio che appare, che ha peso nella storia, possiede un background ben definito, costruito come se fosse un documentario per quanto breve, che contestualizza le azioni e gli eventi legati ad ognuno di loro. 

Questo primo volume della saga è ben costruito, ci permette di entrare in contatto con un mondo, con personaggi e con uno stile di scrittura non innovativo ma nemmeno banale. Perciò ci sono tutte le carte in regola per dare ad un lettore ciò che cerca, una lettura consigliata agli amanti del genere e forse anche a chi è nuovo per certi versi. 

4/✩

Jhose


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