Ciao lettori, oggi condivido la recensione di "Hell Bent. Portale per l'inferno", seguito del libro La nona casa di Leigh Bardugo, serie della stessa autrice di Tenebre e Ossa, ma che non ha nulla a che vedere con il Grishaverse.
Ringrazio la casa editrice per avermi fornito una copia del libro.
Titolo: Hell Bent. Portale per l'infernoTrovare un portale per il mondo sotterraneo e rubare un'anima dall'inferno. Un piano semplice, se non fosse che le persone che compiono questo particolare viaggio raramente tornano indietro. Ma Galaxy "Alex" Stern è determinata a liberare Darlington, anche se questo le costerà il futuro alla Lethe e a Yale. Impossibilitate a tentare un salvataggio perché non possono accedere alle risorse della Nona Casa, Alex e Pamela Dawes, l'assistente di ricerca, mettono quindi insieme una squadra di dubbi alleati per salvare il "gentiluomo della Lethe". Insieme, dovranno navigare in un labirinto di testi arcani e artefatti bizzarri per scoprire i segreti più gelosamente custoditi dalla società, infrangendo ogni regola. Ma quando i membri della facoltà iniziano a morire, Alex sa che non si tratta di semplici incidenti. Qualcosa di letale è all'opera a New Haven e, se vuole sopravvivere, dovrà fare i conti con i fantasmi del suo passato e con l'oscurità insita nelle mura dell'università. Denso di storia e ricco di colpi di scena nello stile di Bardugo, Hell Bent dà vita a un mondo intricato e indimenticabile, pieno di magia, violenza e mostri fin troppo reali.
Recensione "Hell Bent. Portale per l'inferno" di Leigh Bardugo
Lessi La nona casa quando uscì in libreria e mi piacque molto. Ad oggi lo considero il miglior libro della Bardugo. Ho atteso il seguito per tre lunghissimi anni e quando è uscito mi ci sono fiondata alla prima occasione. Ma per quel che mi riguarda, Hell Bent non è all'altezza del primo volume. L'ho promosso perché oggettivamente non è un libro brutto e comunque mi ha tenuta incollata alle pagine, ma la delusione è immensa. Mi pare di aver letto una storia completamente diversa dal primo libro e si, La nona casa l'ho riletto prima di dedicarmi a questo seguito, perciò la storia è ben nitida nella mia testa.
Hell Bent - Portale per l'inferno prova a replicare alcuni espedienti narrativi del primo volume, ma a parer mio fallendo perché risulta forzato. Anche qui ci sono diverse storyline che convergono nel finale, ma in modo meno sorprendente. C'è di nuovo la sottotrama degli omicidi soprannaturali che personalmente non ho trovato molto interessante, e ancora di meno mi ha colpito il colpevole. Anzi, se dobbiamo dirla tutta, mi ha fatto abbastanza arrabbiare. E' fin troppo scontato. Anche nel primo si poteva intuire, ma così è un po' troppo.
SPOILER il colpevole lo avevo escluso sin dall'inizio perché ho pensato "non ci credo che la Bardugo faccia qualcosa di simile al primo libro" e shit, here we are again. Seriamente Leigh? FINE SPOILER
L'altra storyline che riguarda il passato di Alex sin da subito mi ha fatto storcere il naso per il semplice fatto che ne La nona casa avevo avuto l'impressione di un cerchio che si chiude. Riprendere alcune cose ci stava, di altre ne avrei fatte a meno, soprattutto quando superata la metà del libro diventa chiaro il perché l'autrice abbia voluto riaprire qualcosa che sembrava concluso (e cioè per esigenza di trama).
E infine parliamo della trama principale, ovvero di Alex che cerca un modo per tirare fuori Darlington dall'inferno. Ho sperato che la Bardugo tirasse fuori una scusa convincente per basare un intero libro su questo, ma a fine lettura sono ancora meno convinta (se dovessi riassumere questo libro con poche parole direi esattamente "poco convincente"). Alex e Darlington nel primo volume hanno un rapporto amichevole direi. Non proprio amici, li definirei conoscenti, ma non abbastanza da spingere Alex ad andare all'inferno per recuperarlo. La scusa "lui ha visto qualcosa di buono in me" non è abbastanza, anche perché non si capisce da dove abbia dedotto tutto ciò. Penso che a questo punto la Bardugo avrebbe dovuto lavorare meglio sul loro rapporto nel primo volume e allora sì che la missione di Alex avrebbe avuto più senso.
Poi mi viene naturale fare un confronto con il primo volume. La nona casa è un mix di generi che vanno dal dark academia all'urban fantasy con un pizzico di horror, occulto e mystery. Questo è... non lo so (so soltanto quello che non è, semicit.), resta comunque un mix di cose, ma non mi ha dato le stesse vibes. La nona casa mi era piaciuto perché si allontanava dal Grishaverse, mentre Hell Bent lo trovo sulla stessa lunghezza d'onda (un bene se è quello che cercate, un male se speravate in qualcosa di diverso). Tra l'altro ho notato che il ruolo dei fantasmi qui si è ridimensionato. A parte che Lo Sposo, un personaggio intrigante del primo volume, qui non viene minimamente menzionato, i fantasmi sembrano soltanto un mezzo per dare più potere alla nostra protagonista.
La figura del fantasma inoltre viene rimpiazzata da altre creature fantasy. Il modo in cui viene giustificata la loro presenza ha senso fino ad un certo punto. Più che altro parliamo di figure che nel primo volume non vengono minimamente menzionate, per questo sono rimasta abbastanza basita quando fanno la loro comparsa. Inutile dirvi che questa è l'ennesima cosa di questa storia a non avermi entusiasmato. E visto il finale, ho una vaga idea che il terzo volume potrebbe discostarsi ancora di più dal primo, per questo la mia voglia di proseguire questa trilogia si è notevolmente ridotta.
Ma adesso che vi ho parlato di tutto ciò che non mi ha convinto, è arrivato il momento di parlarvi di quello che ho apprezzato. Come ho già detto, questo libro tutto sommato risulta godibile. Lo stile della Bardugo è molto coinvolgente e siamo ben lontano dallo stile un po' "ostico" de La nona casa (anche se personalmente a me non era dispiaciuto, ma so che molti hanno odiato il primo volume per questo). Alex è un personaggio ben costruito e qui vengono aggiunte nuove sfaccettature che continuo ad apprezzare. E' semplice immedesimarsi in lei e mi fa anche un po' emozionare leggere momenti del suo passato insieme alla sua amica Ellie. Anche gli altri personaggi vengono esplorati e quelli ho preferito somo Turner (seppur le sue scelte non sempre mi hanno convinto, pe ho trovate un po' fuori dal personaggio) e Pamela Dawes. Darlington invece per me è un nì. Personaggio sicuramente piacevole, ma non riesco ad apprezzarlo così tanto come il resto del fandom. Inoltre su di lui avevo dei presentimenti che si sono rivelati corretti e adesso dobbiamo sperare che nel terzo volume la sua storyline non sia una copia sputata di quella di un altro personaggio del Grishaverse. Dico solo che per me è evidente che tra l'uscita de La nona casa e l'uscita di Hell Bent ci sia stato di mezzo King of scars.
Il finale comunque mi ha fatto venire ancora meno voglia di leggere il terzo volume che infatti non attenderò con molta ansia. E' sempre più evidente che l'autrice si stia discostando da La nona casa e gli ultimi capitoli di Hell Bent per me sono stati una conferma.
Ricapitolando: boccio il libro? No, perché non è brutto. Molte persone lo hanno amato. A me non ha convinto, ma resta comunque una lettura piacevole. C'è stato un momento, verso il 70% del libro, in cui ho pensato che la storia potesse sorprendermi, ma superata questa parte che comunque ho apprezzato molto, non è cambiato nulla. Peccato.
3⭐ comunque se le merita.
E a voi a piaciuto? Cosa ne pesate?
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- Giusy
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