Recensione "Come uccidono le brave ragazze" di Holly Jackson
“Come uccidono le brave ragazze”, “Brave ragazze, cattivo sangue” e “Una brava ragazza è una ragazza morta” è la trilogia mistery YA della scrittrice Holly Jackson. In questo momento sono in corso le riprese della serie tv targata BBC e sommersa dai continui tik tok inerenti mi sono convinta a leggerla. Ne è valsa la pena?
Lo ammetto, questo libro mi è capitato sotto gli occhi un numero imbarazzante di volte, sia mentre facevo razzia in libreria sia quando mi trovavo al supermercato nel reparto lettura. Ora per qualche motivo il mio cervello lo associava ad un altro YA mistery “Uno di noi sta mentendo” (che ha anche lui una sua serie tv su netflix) (che peraltro io conoscevo già) (ma che razza di problemi ho a pensare che esistano due libri identici?) e non ne ero molto attratta. Così come, sempre come una perfetta stordita, associavo Holly Jackson a SHIRLEY Jackson e pensavo “nono io horror non ne leggo”.
E quindi, dopo questa dichiarazione di imbecillità certificata, di cosa parla in realtà “Come uccidono le brave ragazze”?
Allora,
La storia e la risoluzione del caso non è per nulla banale. Da amante dei gialli trovo abbia una buona costruzione come mistery. La protagonista, Pippa, detta Pip, è una buona compagna da seguire nel corso delle sue “indagini”: molto apprezzato il fatto che il libro presenti delle parti proprio come se si trattasse delle interviste fatte da Pip ai testimoni, o pagine di diario piuttosto che prove effettive (rendendo il tutto più interattivo e graficamente accattivante). I comprimari soffrono un po’ messi a confronto, ma per un YA indirizzato a un pubblico giovane si rimane più che soddisfatti. La storia ruota attorno a Pippa e la sua “ossessione” per il caso. Direi anzi che il punto della serie stessa è proprio questo, la volontà di scoprire la verità e consegnarla alla giustizia ad ogni costo.
“Brave ragazze, cattivo sangue” e “Una brava ragazza è una ragazza morta” seguono lo schema del primo volume: dopo la fama ottenuta da Pippa per aver risolto il mistero dietro la scomparsa di Andie Bell, diventando una vera “influencer” true crime, le persone si appelleranno a lei per chiedere il suo aiuto. Quindi ogni volta ci troviamo davanti ad un “altro giro, nuova corsa” con un filo che unisce tutti i casi arrivando ad un finale che, se all’inizio può lasciare un poco interdetti (ho letto recensioni contrastanti sull’ultimo libro), si rivela essere l’unico finale possibile per prestar fede all’evoluzione subita da Pippa.
Ho letto questa trilogia in cinque giorni e ne sono stata piacevolmente colpita, tanto da pensare di dare un 4.5 stelle in media totale come serie.
L’unico punto debole che posso riscontrare è che, come molti romanzi rivolti a un pubblico giovane (il rating è comunque sui 12 anni), soffre della sindrome dei “ragazzini infallibili” contrapposti ad “adulti totalmente privi di buonsenso”: ora non è che la cosa si percepisca così tanto, ma posso assicurare che alcune scene mi ha fatto un po’ cadere le braccia.
Questo però non toglie niente alla cura con cui la storia è scritta a livello di collegamenti, di rimandi e l’evoluzione della protagonista.
Al momento, come detto all’inizio, sono in corso le riprese per la serie tv ispirata al romanzo. L’attrice che interpreterà Pippa Fitz-Amobi è Emma Myers, l’attrice che ha interpretato Enid nella serie Netflix Mercoledì. Le riprese sono attualmente in corso in una non precisata cittadina inglese: tik tok è pieno di immagini prese direttamente dal set e promette molto bene!
Peraltro, fun fact: la versione italiana è tradotta direttamente dalla versione UK. Ho scoperto però, sempre tramite tik tok, che l’edizione US è diversa e presenta dei tagli per quanto riguarda certe scene (infatti i romanzi sono leggermente più brevi). A cambiare è anche il nome della cittadina dove è ambientata la storia, che è più “americanizzato” (così come il percorso scolastico di Pippa viene descritto all’americana, con riferimenti a Harvard e non a Cambridge come nell’originale).
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