Ciao lettori, la sottoscritta (Giusy) è tornata con la recensione del ‘fenomeno di booktok‘, vale a dire Facciamo finta che mi ami di Elena Armas che forse qualcuno di voi conoscerà con il titolo originale The Spanish Love deception.
Titolo: Facciamo finta che mi ami
Autrice: Elena Armas
Pagine: 408
Editore: Newton Compton Editori
Anno di pubblicazione: 2022
Trama in breve: la protagonista, Catalina, è disperata perché non riesce a trovare qualcuno che l’accompagni al matrimonio della sorella in cui ci sarà anche il suo ex fidanzato, fratello e testimone del futuro marito della sposa. Il suo collega, Aaron, allora si propone di accompagnarla dall’altra parte del continente, l‘unico problema è che i due non si sopportano.
Ho già scritto che avrei voluto abbandonarlo dopo il primo capitolo, e il motivo è semplice: si capisce sin da subito che i dialoghi avranno la profondità di una pozzanghera. L’inizio è questo: Aaron si propone di accompagnare Catalina al matrimonio, ma lei fa la finta tonta e continua a parlare con la sua amica perché non riesce a credere alle sue orecchie. Nel frattempo Aaron ripeterà qualcosa come dieci volte che vuole accompagnarla, ma lei è tipo “sto sognando???“ siparietto che poteva anche essere carino, se si fosse svolto in mezza pagina, ma qui parliamo di un INTERO CAPITOLO COSÌ. Il resto sono tutti pensieri di Catalina che non hanno la minima utilità perché parliamo di stupidaggini che ripete fino all‘infinito.
Il resto del libro purtroppo non è molto diverso. È un libro piatto, succede qualcosa solo una volta superata le metà del libro, ovvero quando vanno in Spagna per il matrimonio, mentre il resto potrebbe essere benissimo riassunto in cinque pagine.
A non aiutare ci sarebbe anche la protagonista. Catalina è insopportabile, non mi vengono in mente altri termini per descriverla. Così fastidiosa che all’inizio pensi che non importa quale sarà la vera motivazione dietro l‘odio di Aaron (tra virgolette, perché i suoi sentimenti sono palesissimi), ad un certo punto non ti interessa più. La sola esistenza di Catalina è sufficiente. È una donna che dovrebbe avere trent’anni, ma ne dimostra dieci. Il 90% di questo libro è formato dai suoi monologhi che non sono altro che i suoi pensieri ripetuti allo stremo, roba da strapparsi gli occhi.
Di Aaron per gran parte del libro sappiamo solo questo: che è alto, muscoloso e ha gli occhi azzurri. Lo sappiamo perché viene ripetuto in CONTINUAZIONE. Testimone il mio Kindle che ha fatto il conteggio per voi:71 le volte in cui viene ripetuto che Aaron ha gli occhi azzurri;
18 le volte in cui la protagonista sottolinea che è alto o che la guarda dall’alto;
40 le volte in cui ci vengono fatti notare i suoi muscoli (compresi quelli della mascella che guizzano in continuazione). E vi risparmio il conteggio dei sinonimi.
Anche se per buona parte è più sopportabile della protagonista, non sono riuscita ad apprezzarlo. In primis perché è un personaggio privo di spessore, secondo perché in certi punti è un poco cringe. Ad esempio verso il finale inizia ad utilizzare spesso la parola “piccola“ (25 volte per l‘esattezza; è vero che in generale non mi piace questo nomignolo, ma il fatto che venga ripetuto così tanto nel giro di un paio capitoli, ha reso tutto ancora più ridicolo), ma non è solo questo. Aaron sa praticamente tutto di Catalina, ma i due, prima di fare questa sorta di patto, non hanno mai scambiato mezza parola. Per me non è romantico, ma inquietante. Non parliamo poi del cambio di personalità dopo quattro pagine. All’inizio ci viene ripetuto in continuazione quanto Aaron sia freddo e stronzo, ma non ci sono delle vere scene in cui viene mostrato così, anzi sin da subito si dimostra totalmente diverso.
Poi vorrei capire una cosa: questo libro è definito enemies to lovers, in base a cosa? A parte che la definizione dovrebbe essere sbagliata a prescindere (visto che non sono nemici), ma il punto è che i due, come ho già scritto, non hanno mai avuto nessun tipo di scambio prima. Qui mancano i litigi, i momenti di tensione e di flirt, la CHIMICA (!) tra i due. Almeno per buona parte del libro. Quando partono per la Spagna (per il matrimonio) si nota un miglioramento, anzi, forse quei momenti tra i due sono gli unici che ho un poco (ma proprio poco) apprezzato, ma non sono stati abbastanza perché mancano le basi.
Inoltre che Aaron sia innamorato di lei si capisce a pagina uno (e lo hanno capito praticamente tutti, tranne lei), ma Catalina? Cioè lei dopo aver detto e ridetto di odiarlo, dopo tre pagine è già persa. Ovviamente non sarà tutto così semplice perché lei, come ogni buon personaggio di romance che si rispetti, continuerà a negare fino alla morte, nonostante Aaron praticamente glielo sbatta in faccia in continuazione (detto così suona male), lei troverà lo stesso il modo di travisare le sue parole.
Adesso devo per forza aprire il capitolo “famiglia di Catalina“ perché merita. Nel senso che è terribile. Dovrebbero smetterla di rendere “comiche“ situazioni problematiche, come la sorella che dice cose di questo tipo:
Titolo: Facciamo finta che mi ami
Autrice: Elena Armas
Pagine: 408
Editore: Newton Compton Editori
Anno di pubblicazione: 2022
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La regola non era che mentire è concesso solo se può aiutare a tirarti fuori dai guai? Per molti sì, ma non per l’imbranatissima Catalina Martín. Lei è riuscita a infilarsi in un pasticcio di proporzioni incalcolabili, e invece di uscirne sembra sprofondare sempre più giù. Per darsi la zappa sui piedi le è bastato sapere che il suo ex fidanzato, Daniel, il bastardo per cui è scappata a New York dalla minuscola città spagnola dove è cresciuta, farà da testimone di nozze all’imminente matrimonio di sua sorella… accompagnato dalla stupenda nuova fidanzata. Al telefono Catalina è riuscita soltanto a dire che anche lei si presenterà con il suo bellissimo e innamoratissimo fidanzato americano. Peccato che lui… non esista! E adesso dove lo rimedia uno con cui fare colpo su parenti e amici e non vedersi umiliata davanti a tutta la sua famiglia? Le bugie sono come le ciliegie, una tira l’altra: così Catalina ha chiesto ad Aaron Blackford di fingersi il suo fidanzato in cambio di un viaggio in Spagna di tre giorni. Ma Aaron Blackford non è il collega-avversario che in ufficio la mette sempre in difficoltà e che lei detesta amabilmente? Proprio lui! Catalina, Catalina… possibile che tu non capisca che se un uomo sexy, bello e affascinante come Aaron decide di farti un piacere non è per guadagnarsi un posto in paradiso?
Recensione "Facciamo finta che mi ami" di Elena Armas
Questo libro è un vero e proprio trend su tiktok e io, dopo aver visto un paio di video al riguardo e averne sentito parlare bene anche prima che venisse tradotto, ho deciso di dargli un’opportunità. Inutile dirvi che me ne sono pentita dopo un capitolo, però, visto che sono masochista, ho deciso di andare fino in fondo. Adesso vorrei tornare indietro nel tempo per avvertire la me del passato e dirle di fermarmi quando ero ancora in tempo.Trama in breve: la protagonista, Catalina, è disperata perché non riesce a trovare qualcuno che l’accompagni al matrimonio della sorella in cui ci sarà anche il suo ex fidanzato, fratello e testimone del futuro marito della sposa. Il suo collega, Aaron, allora si propone di accompagnarla dall’altra parte del continente, l‘unico problema è che i due non si sopportano.
Ho già scritto che avrei voluto abbandonarlo dopo il primo capitolo, e il motivo è semplice: si capisce sin da subito che i dialoghi avranno la profondità di una pozzanghera. L’inizio è questo: Aaron si propone di accompagnare Catalina al matrimonio, ma lei fa la finta tonta e continua a parlare con la sua amica perché non riesce a credere alle sue orecchie. Nel frattempo Aaron ripeterà qualcosa come dieci volte che vuole accompagnarla, ma lei è tipo “sto sognando???“ siparietto che poteva anche essere carino, se si fosse svolto in mezza pagina, ma qui parliamo di un INTERO CAPITOLO COSÌ. Il resto sono tutti pensieri di Catalina che non hanno la minima utilità perché parliamo di stupidaggini che ripete fino all‘infinito.
Il resto del libro purtroppo non è molto diverso. È un libro piatto, succede qualcosa solo una volta superata le metà del libro, ovvero quando vanno in Spagna per il matrimonio, mentre il resto potrebbe essere benissimo riassunto in cinque pagine.
A non aiutare ci sarebbe anche la protagonista. Catalina è insopportabile, non mi vengono in mente altri termini per descriverla. Così fastidiosa che all’inizio pensi che non importa quale sarà la vera motivazione dietro l‘odio di Aaron (tra virgolette, perché i suoi sentimenti sono palesissimi), ad un certo punto non ti interessa più. La sola esistenza di Catalina è sufficiente. È una donna che dovrebbe avere trent’anni, ma ne dimostra dieci. Il 90% di questo libro è formato dai suoi monologhi che non sono altro che i suoi pensieri ripetuti allo stremo, roba da strapparsi gli occhi.
Di Aaron per gran parte del libro sappiamo solo questo: che è alto, muscoloso e ha gli occhi azzurri. Lo sappiamo perché viene ripetuto in CONTINUAZIONE. Testimone il mio Kindle che ha fatto il conteggio per voi:71 le volte in cui viene ripetuto che Aaron ha gli occhi azzurri;
18 le volte in cui la protagonista sottolinea che è alto o che la guarda dall’alto;
40 le volte in cui ci vengono fatti notare i suoi muscoli (compresi quelli della mascella che guizzano in continuazione). E vi risparmio il conteggio dei sinonimi.
Anche se per buona parte è più sopportabile della protagonista, non sono riuscita ad apprezzarlo. In primis perché è un personaggio privo di spessore, secondo perché in certi punti è un poco cringe. Ad esempio verso il finale inizia ad utilizzare spesso la parola “piccola“ (25 volte per l‘esattezza; è vero che in generale non mi piace questo nomignolo, ma il fatto che venga ripetuto così tanto nel giro di un paio capitoli, ha reso tutto ancora più ridicolo), ma non è solo questo. Aaron sa praticamente tutto di Catalina, ma i due, prima di fare questa sorta di patto, non hanno mai scambiato mezza parola. Per me non è romantico, ma inquietante. Non parliamo poi del cambio di personalità dopo quattro pagine. All’inizio ci viene ripetuto in continuazione quanto Aaron sia freddo e stronzo, ma non ci sono delle vere scene in cui viene mostrato così, anzi sin da subito si dimostra totalmente diverso.
Poi vorrei capire una cosa: questo libro è definito enemies to lovers, in base a cosa? A parte che la definizione dovrebbe essere sbagliata a prescindere (visto che non sono nemici), ma il punto è che i due, come ho già scritto, non hanno mai avuto nessun tipo di scambio prima. Qui mancano i litigi, i momenti di tensione e di flirt, la CHIMICA (!) tra i due. Almeno per buona parte del libro. Quando partono per la Spagna (per il matrimonio) si nota un miglioramento, anzi, forse quei momenti tra i due sono gli unici che ho un poco (ma proprio poco) apprezzato, ma non sono stati abbastanza perché mancano le basi.
Inoltre che Aaron sia innamorato di lei si capisce a pagina uno (e lo hanno capito praticamente tutti, tranne lei), ma Catalina? Cioè lei dopo aver detto e ridetto di odiarlo, dopo tre pagine è già persa. Ovviamente non sarà tutto così semplice perché lei, come ogni buon personaggio di romance che si rispetti, continuerà a negare fino alla morte, nonostante Aaron praticamente glielo sbatta in faccia in continuazione (detto così suona male), lei troverà lo stesso il modo di travisare le sue parole.
Adesso devo per forza aprire il capitolo “famiglia di Catalina“ perché merita. Nel senso che è terribile. Dovrebbero smetterla di rendere “comiche“ situazioni problematiche, come la sorella che dice cose di questo tipo:
"E comunque non ti chiederò una foto del suo pene perché sono fatti tuoi, ma se me ne vuoi mandare una non ho niente in contrario."
(capitolo 11)
Poi aggiunge "scherzoooo", ma non so, dovrebbe far ridere l‘idea di mandare foto di nudo senza consenso? Siccome certe persone fanno sempre due pesi due misure, possiamo fare un esempio invertendo i sessi. Facciamo finta che il protagonista sia un uomo e che a chiedere per scherzo foto della fidanzata nuda sia il fratello. Vi fa ancora ridere? A me sembra solo una cosa viscida. Peggio di questo credo non ci sia altro nel libro, ma insomma, avete capito il livello di comicità.
Tutto ciò mi ha anche impedito di prendere sul serio le tematiche che l’autrice ha cercato di affrontare in questo libro, come ad esempio il sessismo a lavoro. Apprezzo il tentativo, ma se poi ci sono battute come questa e Catalina non riesce a fare nulla senza Aaron al suo fianco, mi sembra un poco controsenso. Magari è stata solo una mia impressione e sono io l'esagerata.
Per questi motivi per me il libro è un no.
Poi aggiunge "scherzoooo", ma non so, dovrebbe far ridere l‘idea di mandare foto di nudo senza consenso? Siccome certe persone fanno sempre due pesi due misure, possiamo fare un esempio invertendo i sessi. Facciamo finta che il protagonista sia un uomo e che a chiedere per scherzo foto della fidanzata nuda sia il fratello. Vi fa ancora ridere? A me sembra solo una cosa viscida. Peggio di questo credo non ci sia altro nel libro, ma insomma, avete capito il livello di comicità.
Tutto ciò mi ha anche impedito di prendere sul serio le tematiche che l’autrice ha cercato di affrontare in questo libro, come ad esempio il sessismo a lavoro. Apprezzo il tentativo, ma se poi ci sono battute come questa e Catalina non riesce a fare nulla senza Aaron al suo fianco, mi sembra un poco controsenso. Magari è stata solo una mia impressione e sono io l'esagerata.
Per questi motivi per me il libro è un no.
Le uniche scene che salvo in parte sono quelle ambientate in Spagna. Non che ormai avessi un reale interesse verso la storia e i suoi personaggi, ma almeno succede qualcosa, dopo duecento pagine di nulla. A voler essere onesti succedono fin troppe cose in poco tempo e ad un certo punto pensavo fossero passati un paio di giorni, e invece no, solo uno (e a quanto pare non sono l’unica ad aver avuto questa impressione!). Vorrei dire che mi sono divertita a leggerlo, ma in mentirei. E' stata un'agonia e stavo cadendo nel blocco. Quindi per me non è stato nemmeno un buon intrattenimento.
Un’ultima cosa prima di salutarci. Per tutto il tempo ho avuto l’impressione che questo libro fosse una copia di The Hating Game (ti odio, anzi no, ti amo!), però avendo visto solo il film non posso confermare quanto effettivamente siano simili. So solo che molte cose che succedono in The hating game le ho ritrovate quasi identiche in Facciamo finta che mi ami, con la differenza che il film è stato molto più piacevole di questo libro.
Un’ultima cosa prima di salutarci. Per tutto il tempo ho avuto l’impressione che questo libro fosse una copia di The Hating Game (ti odio, anzi no, ti amo!), però avendo visto solo il film non posso confermare quanto effettivamente siano simili. So solo che molte cose che succedono in The hating game le ho ritrovate quasi identiche in Facciamo finta che mi ami, con la differenza che il film è stato molto più piacevole di questo libro.
Assolutamente d'accordo. Una noia mortale.
RispondiEliminaHo comprato il libro in aeroporto prima di una vacanza al mare, avevo bisogno di una lettura leggera per staccare. Ma questa è stata fin troppo lèggerà. Hai descritto alla perfezione l’inconsistenza della trama e dei personaggi.
RispondiEliminaLa lettura inoltre risulta poco scorrevole per la quantità infinita di dettagli inutili, tipo: l’angolazione della bocca di Aaron, gli occhi di Aaron, la mascella di Aaron, le falcate di Aaron..
Insomma, un libretto fin troppo leggero dove non succede niente di che e dopo le prime pagine è già palese il finale.