Oggi parliamo de "L'enciclopedia delle fate di Emily Wilde" di Heather Fawcett, un fantasy che ho letto il mese scorso e mi è piaciuto moltissimo. Se amate le fate, i cozy fantasy (o anche se non li amate, come nel mio caso) e i light academia, non perdetevi la mia recensione!
Titolo: L'enciclopedia delle fate di Emily WildeEmily Wilde è brava in molte cose: è la massima esperta di fate; è una studiosa geniale, una ricercatrice meticolosa e sta scrivendo la prima enciclopedia al mondo dedicata alle leggende su queste creature. Ma Emily Wilde non è brava con le persone. E infatti, quando, nell'autunno del 1909, arriva nel remoto villaggio di Hrafnsvik, non ha alcuna intenzione di fare amicizia con i burberi abitanti. Né tanto meno le interessa trascorrere del tempo con l'altro nuovo arrivato: Wendell Bambleby, suo rivale accademico, in grado di ammaliare chiunque. Ma mentre Emily si avvicina sempre più ai segreti dei Nascosti, le fate più sfuggenti, si ritrova anche sulle tracce di un altro mistero: chi è davvero Bambleby? E cosa sta cercando? Per trovare la risposta, Emily dovrà sciogliere l'enigma più grande di tutti: il suo cuore.
Recensione "L'enciclopedia delle fate di Emily Wilde" di Heather Fawcett
L'enciclopedia delle fate di Emily Wilde mi ha incuriosito sin dalla sua uscita in lingua inglese. La combo dei termini "enciclopedia" e "fate" ha subito attirato la mia attenzione, per non parlare della carinissima cover. L'unico neo per me era il fatto che si trattasse di un cozy fantasy. Per chi non lo sapesse, da un annetto ormai (credo) i libri con queste "vibes" (non è un vero e proprio sottogenere, è un po' come il dark academia, ecco) hanno iniziato a prendere piede. Cosa sono i cozy fantasy? In teoria, sembrerebbero delle storie in cui non succede granché, in pratica dovrebbero essere dei libri-coccola, con un intreccio poco complesso.
In generale, la sola idea di leggere un libro del genere a me fa cadere il latte alle ginocchia, eppure ero curiosa di leggere L'enciclopedia delle fate di Emily Wilde. Sapevo poco della trama, ma la sola presenza delle fate del folklore è stata sufficiente.
Leggendo L'enciclopedia delle fate di Emily Wilde ho capito meglio cosa significhi "cozy fantasy" perché la sensazione che ho provato durante la lettura non è stata la noia, ma una sorta di conforto. Una volta iniziato il libro, ho fatto fatica a staccarmi e ogni volta non vedevo l'ora di tornare a perdermi tra le pagine di questa storia.
La protagonista è Emily, una docente e ricercatrice che si trasferisce in una piccola cittadina persa in mezzo alla natura della Norvegia, un luogo circondato dal bianco della neve. Emily appunta sul suo diario di tutto ciò che le succede e le sue ricerche sul popolo fatato, infatti la storia è narrata in prima persona perché noi lettori leggiamo proprio le pagine che lei scrive.
Quando ho iniziato il libro temevo che questa modalità di narrazione mi avrebbe annoiato e che l'effetto "riassunto" sarebbe stato dietro l'angolo, invece l'autrice è stata brava a gestire la narrazione. Certo, Emily è un personaggio molto analitico e per questo la storia a tratti potrebbe sembrare molto fredda e distaccata, però è appassionante leggere dei suoi progressi con la ricerca delle fate, dei suoi fallimentari tentativi con il villaggio a causa del suo carattere. Emily dovrebbe essere un personaggio neurodivergente (da quel che so), e chi legge potrebbe far fatica a comprendere bene il suo comportamento, perché lei abbia difficoltà a relazionarsi con altre persone o anche il modo in cui resta impassibile dinanzi a certe situazioni sembrando un persona “strana”. Personalmente a me Emily è piaciuta e non ho fatto molta fatica a capire il suo comportamento, seppur in alcuni momenti avrei voluto che lasciasse un attimo da parte la ricerca per dedicarsi a cose più importanti. Non si può dire comunque che Emily non cresca perché verso il finale assistiamo ad un piccolo cambiamento in lei, una presa di coscienza che è solo l’inizio della sua evoluzione.
Se da un lato c'è la fredda e distaccata Emily, dall'altro abbiamo Wendell a portare un po' di calore in questa storia. È impossibile non amarlo. Lui è un mood, uno stile di vita. È il migliore amico di Emily (ehm, il suo unico amico) e, come lei, è un docente dell'università e un ricercatore. Il rapporto tra questi due personaggi mi ha fatto battere il cuore, seppur questo è tutto fuorché un libro romantico. Anzi, se da una lato sembra carino e coccoloso, dall’altro abbiamo delle scene un po’ dark inaspettate, ma questo non ha fatto altro che alzare il mio indice di gradimento.
L’enciclopedia delle fate non è una storia con un intreccio complesso, sembra quasi uno dei racconti del folklore che ci sono all’interno del libro, eppure, nonostante questo, il mio interesse non è mai calato, anzi, ero proprio curiosa di sapere cosa sarebbe successo e avrei tranquillamente letto altre 300 pagine così. L’unico motivo per cui non darò 5 stelline piene è il finale. Da un lato l’ho trovato in linea con la storia, dall’altro avrei preferito qualcosa leggermente più articolato e meno frettoloso.
Ad ogni modo non vedo l'ora che esca il secondo volume perdermi nuovamente tra le pagine di questa storia e soprattutto per leggere più interazioni fra Emily e Wendell.
Valutazione: 4,5⭐
Nota alla traduzione. Se n'è parlato tanto, ma personalmente l’ho trovata una buona traduzione. Ho messo a confronto anche le prime pagine del primo capitolo (quelle incriminate) e non ho notato nulla di strano, il senso del testo è invariato. Se la narrazione può sembrare "robotica" è per via del personaggio di Emily.
La serie di Emily Wilde è formata da tre libri:
1. L'enciclopedia delle fate di Emily Wilde
2. Emily Wilde's Map of the Otherlands
3. Emily Wilde's Compendium of Lost Tales
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