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La "gun violence" in America


A seguito dei recenti avvenimenti negli Stati Uniti (e alle discussioni che si sono create su internet in merito) ho pensato di scrivere qualcosa in merito alla vicenda, consigliando la lettura di due testi (+ bonus) che potrebbero essere utili per comprendere l'America e la sua complessa situazione sociale legata alla vendita di armi


Nel corso della mia vita ho avuto la fortuna di visitare, per studio, gli Stati Uniti. Avete presente quelle vacanze - studio di due settimane in paesi anglofoni, dove l’obiettivo era quello di imparare a parlare effettivamente l’inglese e non soltanto lambiccarsi su regole grammaticali (che poi loro sono i primi a non seguire). In realtà il viaggio era tutto men che meno dedicato allo studio, ma tant’è, era divertente venire a contatto con un mondo che pensiamo di conoscere perché costantemente “sotto i nostri occhi” (grazie ai film, serie tv e libri) ma che in realtà è meno roseo e “spettacolare” di quanto ci aspettiamo. “Ho sentito cose che voi umani non potete neanche immaginare” (cit.): professoresse che pensavano che il Partenone si trovasse a Roma, addetti ai lavori del campus che alla domanda “dove collocheresti Parigi sulla cartina dell’Europa?” indicavano Milano… Ma vabbè, alla fine neanche io so dove si trova il Kentucky, quindi amici come prima. 

Un giorno però, mentre mi trovavo a Los Angeles, ho avuto un’esperienza particolare: per la lezione di quel giorno era prevista un’intervista ai poliziotti che stazionavano h24 il campus. Quindi eccoci davanti ai tipici “cops” americani. Durante tutto questo ci hanno spiegato anche cosa fare nel caso avvenisse una sparatoria nelle aule. Ecco, in quel momento ho realizzato dove mi trovassi e che “effettivamente” il rischio di rimanere coinvolta in un episodio di quel tipo c’era. Ma non solo nella scuola, anche in un qualsiasi locale o negozio. Certo, il rischio c’è in un qualsiasi altro paese, ma le probabilità che questo accada in una scuola sono decisamente più alte negli States. 

Quando lo scorso 24 maggio ho sentito della sparatoria avvenuta alla Robb Elementary school di Uvalde, ho ripensato ai miei viaggi e a quel “fenomeno” (sfortunatamente) tutto americano. Dal 2019 (ultimo mio viaggio in America) al 2022 ho avuto l’occasione di leggere alcuni saggi incentrati su questo tema, ma in generale anche sul tema della  “gun violence” in America e sul perché sia così difficile risolverlo.

Questa è l’America. Storie per capire il presente degli Stati Uniti e il nostro futuro di Francesco Costa è un libro che parla in generale di come sono davvero gli USA (e spoiler: non sono decisamente il paese che ci viene presentato nell’American dream). Affronta il tema del secondo emendamento (quello per il quale gli uomini hanno diritto di difendersi e quindi acquistare armi) ma anche altri legati alla cultura americana e le sue controversie. Tra l’altro Francesco Costa è un bravissimo giornalista, leggere i suoi libri è un piacere. Sembra di leggere un romanzo non un saggio. Tra l’altro questo è in sconto al 20% perché è edito Mondadori e il prezzo è davvero irrisorio. Approfittatene nel caso.


Un altro giorno di morte in America. 24 ore, 10 proiettili, 10 ragazzi di Gary Younge è forse il reale motivo per il quale sto scrivendo questo articolo. Vi lascio qui di seguito la sinossi nella quarta di copertina

“Gary Younge ha scelto una data a caso, il 23 novembre 2013, partendo dal presupposto che ogni giorno, in America, vengono uccisi 7 ragazzi sotto i vent’anni da un colpo di arma da fuoco. Soprattutto neri, soprattutto maschi, soprattutto in alcune città, spesso nel silenzio dell’informazione. Quel giorno di novembre sono stati dieci i ragazzi sotto i vent’anni che hanno perso la vita dopo una sparatoria, un colpo accidentale o un omicidio premeditato.”

Mi sono imbattuta in questo saggio a seguito di un articolo dell’Espresso del 3 novembre 2019 (potete recuperarlo su internet). La costruzione è semplice: il libro contiene dieci capitoli che restituiscono dignità e umanità a dei ragazzi che hanno perso la vita in maniera accidentale, per colpa di un’arma da fuoco. Non sono in realtà morti avvenute in scuole a seguito di sparatorie. Fa però effetto leggere le storie di questi ragazzi, anche con situazioni difficili alle spalle, a cui viene data l’importanza che sicuramente avevano per la loro famiglia, ma che spesso si perdono in numeri, in statistiche. Gary Younge fa un lavoro di cuore, dice proprio che “avrei voluto gridare ai giornalisti e alla polizia di trattare questi motti come se le loro vite avessero contato qualcosa”. Il prezzo non è propriamente economico, ma ne vale la pena. Meno “giornalistico” rispetto a quello di Francesco Costa, ma sicuramente ne vale la pena per capire 

“[...] cosa vuol dire essere genitori nei quartieri difficili, dell’onnipotenza del secondo emendamento, della distanza della politica, di come i media raccontano o ignorano gli omicidi, di morti che in alcuni casi sono solo numeri e che spesso non vengono neanche contate.” 


Bonus content: Ossessione di Stephen King. Okay, questo romanzo è il primo vero romanzo del Re. Tecnicamente. Questo perché, benché scritto prima di Carrie, è uscito solamente nel 1977 (dopo 11 anni dalla sua stesura). Il motivo? Semplice: il libro racconta di un ragazzo, Charlie, che organizzerà una sparatoria nella sua scuola. A seguito del ritrovamento di queste copie nelle mani di ragazzini che attuarono delle sparatorie nelle loro scuole (Michael Carneal, che sparò a tre studenti il 1 dicembre 1997 a West Paducah nel Kentucky aveva una copia di Ossessione nell’armadietto scolastico; Barry Loukaitis, che uccise due studenti ed il professore di algebra il 2 febbraio 1996 a Moses Lake, Washington) Stephen King accettò che il libro venisse ritirato dalle stampe. Ad oggi lo scrittore è felice che questa scelta sia stata fatta, un po’ meno i suoi fan. Alcune copie vennero vendute anche in suolo italico, ad oggi è considerato da collezione, e a meno di €80,00 non lo trovate. 









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