Ciao lettori! La recensione di oggi riguarda il libro "Figli di sangue e ossa" di Tomi Adeyemi, uscito il 2 ottobre per Rizzoli. Ringrazio la casa editrice per avermene fornito una copia.
Titolo: Figli di sangue e ossa
Autore: Tomi Adeyemi
Serie: Legacy of Orisha #1
Pagine: 552
Editore: Rizzoli
Anno: 2018
Compra su amazon
Ci troviamo a Orisha, una terra che ricorda quelle Africane dove la magia è sparita per sempre, fino a quando non viene fuori una pergamena che sembra attivare i poteri degli indovini, persone che si distinguono per la chioma bianca e dal fatto che nel loro sangue scorre la magia (che appunto non possono utilizzare).
Questo libro ha tre voci: Zélie, un'indovina, e Amari e Inan, entrambi figli del sovrano Saran, responsabile della scomparsa della magia. Nonostante ci siano tre punti di vista in prima persona, devo ammettere che durante la lettura non ho provato confusione. Stessa cosa per quanto riguardo il world-building, ben fatto e molto curato, uno degli aspetti che ho più apprezzato di questo libro. Pensavo avrei avuto difficoltà per l'utilizzo di termini diversi dalla mia cultura o, in generale, leggere di un nuovo mondo è sempre un po' confusionario, ma in realtà sin dalla prima pagine tutto viene spiegato in maniera chiara e mi sono subito sentita coinvolta.
I personaggi sono piacevoli, tutti con pregi e difetti, ma devo ammettere che il nostro rapporto è stato altalenante, più che altro perché hanno fatto scelte che non ho condiviso o in generale mi sono sembrati un pochino incoerenti in certe scene. Zélie è coraggiosa e testarda, ho apprezzato il fatto che si dimostra per quello che è: una ragazzina con un compito più grande di se e che non nasconde il fatto che tutto questo la spaventa. Amari è quella che mi ha convinta meno, anche se verso la fine mi è piaciuta. La sua decisione di scappare dal padre e ribellarsi sembra quasi un capriccio, ma più che altro avrei preferito vederla tentennare prima che facesse una scelta così drastica. Insomma, alla fine è sempre suo padre e io penso che il suo personaggio sarebbe stato più realistico se prima di ribellarsi avesse passato dei momenti di indecisione sulla scelta da prendere.
Fatto che invece è successo con Inan, ecco perché l'ho apprezzato di più, almeno nella prima parte. Inan è cresciuto con la convinzione che la magia sia una malattia e che deve essere estirpata, e ho gradito molto il suo percorso nella prima metà del libro. Ho adorato anche la chimica con Zélie e inutile dirvi che li ho shippati parecchio. Questo fino a quando l'autrice non fa una cosa che non avrebbe dovuto: l'INSTALOVE. Ora, in un primo momento non mi è dispiaciuto. Zélie e Inan si odiano e allo stesso tempo condividono dei momenti intensi insieme. La chimica c'è, sì, ma parlare subito di amore è un grosso, grossissimo NO. E no, non si tratta di fraintendimenti da parte mia, perché questi due la pagina prima si odiano, quella dopo dicono di amarsi. Giuro, è un cambiamento così repentino che per lo shock ho dovuto fermare la lettura e rileggere più volte. Non capisco proprio il perché di questa scelta. E' stata insensata e piuttosto incoerente da parte dei personaggi, completamente out of character. Mi lascia perplessa perché comunque fino a quel punto la storia si stava sviluppando al ritmo giusto ed era già perfetta, perché rovinare tutto inserendo necessariamente la storia d'amore? Vi giuro che se non ci fosse stato avrei potuto dare anche il massimo punteggio.
Superata questa parte per fortuna la storia si riprende, anche se i personaggi ne hanno risentito un po' a causa di queste scene. Ho apprezzato il rapporto tra Amari e Tzain, il fratello di Zélie (che non sono riuscita ad inquadrare benissimo). Rispetto al legame tra Inan e Zélie, il loro è più che altro amicizia che lascia presagire qualcosa di più. Interessanti anche gli altri personaggi che non vedo l'ora di trovare nei seguiti (che dovrebbero essere in tutto tre, se non sbaglio).
Passiamo alla magia. Per certi aspetti il modo in cui viene descritta può essere considerato innovativo, seppur qua e là ho letto qualcosa di simile. Insomma, non è tanto originale, ma tutto sommato funziona bene. Ci sono diversi tipi di maji (gli indovini in grado di utilizzare i loro poteri), ognuno con un'abilità particolare. Il connettore, in grado di "connettersi" con le menti; il bruciatore, in grado di dominare le fiamme; il cancro, in grado di uccidere le persone diffondendo la malattia, e così via. Ho apprezzato di più però il loro legame con gli dei e il fatto che essi spesso e volentieri avessero un ruolo importante nello svilupparsi delle vicende.
In tutto questo non ho potuto fare a meno di notare il fatto che il tema della discriminazione, dell'oppressione è molto forte in questo libro. Sicuramente da questo punto di vista manda un messaggio abbastanza chiaro, e ve lo dice una che spesso a primo impatto non nota certe allusioni se non dopo aver terminato il libro e averci riflettuto, ma qui è stato palese sin da subito, non ho dovuto leggere le note finali dell'autrice per rendermi conto che questo libro è una denuncia.
Tra alti e bassi, comunque, ho apprezzato molto questa storia. Per me la magia è sempre qualcosa di affascinante e non riesco a restare impassibile dinanzi a questo genere di storia . Se non ci fossero stati quei capitoli di sicuro il mio giudizio finale sarebbe stato più alto (su goodreads ho dato 4 stelline, non dico che avrei dato il massimo, ma 4,5 ci sarei arrivata tranquillamente). Attendo il secondo volume, non con tanta ansia perché al momento il modo in cui si è concluso è stato appagante, anche se c'è stato un risvolto finale un pochino prevedibile ma tutto sommato intrigante.
Chiedo perdono, mi rendo conto di essermi dilungata tantissimo, ma le pagine letto sono tante e di conseguenza anche le cose da dire. Fatemi sapere cosa ne pensate, sono curiosa!
Titolo: Figli di sangue e ossa
Autore: Tomi Adeyemi
Serie: Legacy of Orisha #1
Pagine: 552
Editore: Rizzoli
Anno: 2018
Compra su amazon
Un tempo i maji, dalla pelle d'ebano e i capelli candidi, erano una stirpe venerata nelle lussureggianti terre di Orisha. Ma non appena il loro legame con gli dei si spezzò e la magia scomparve, lo spietato re Saran ne approfittò per trucidarli. Zélie, che non dimentica la notte in cui vide le guardie di palazzo impiccare sua madre a un albero del giardino, ora sente giunto il momento di rivendicare l'eredità degli antenati. Al suo fianco c'è il fratello Tzain, pronto a tutto pur di proteggerla, e quando la loro strada incrocia quella dei figli del re si produce una strana alchimia tra loro. Ha inizio così un viaggio epico per cercare di riconquistare la magia, traverso una terra stupefacente e pericolosa, dove si aggirano le leopardere delle nevi e dove gli spiriti vendicatori sono in agguato nell'acqua. Un'esperienza umana che non risparmia nessuno, in un turbine di amore e tradimento, violenza e coraggio. Nella speranza di ridare voce a un popolo che era stato messo a tacere. Età di lettura: da 12 anni.
Recensione "Figli di sangue e ossa" di Tomi Adeyemi
Non era uno dei libri più attesi (da me) di questo periodo, però ne parlavano tutti e dalla trama ho pensato che potesse piacermi. In generale penso sia stata una buona lettura, con elementi innovativi, altri meno, ma sicuramente con un world-building interessante e un messaggio che arriva forte e chiaro.Ci troviamo a Orisha, una terra che ricorda quelle Africane dove la magia è sparita per sempre, fino a quando non viene fuori una pergamena che sembra attivare i poteri degli indovini, persone che si distinguono per la chioma bianca e dal fatto che nel loro sangue scorre la magia (che appunto non possono utilizzare).
Questo libro ha tre voci: Zélie, un'indovina, e Amari e Inan, entrambi figli del sovrano Saran, responsabile della scomparsa della magia. Nonostante ci siano tre punti di vista in prima persona, devo ammettere che durante la lettura non ho provato confusione. Stessa cosa per quanto riguardo il world-building, ben fatto e molto curato, uno degli aspetti che ho più apprezzato di questo libro. Pensavo avrei avuto difficoltà per l'utilizzo di termini diversi dalla mia cultura o, in generale, leggere di un nuovo mondo è sempre un po' confusionario, ma in realtà sin dalla prima pagine tutto viene spiegato in maniera chiara e mi sono subito sentita coinvolta.
I personaggi sono piacevoli, tutti con pregi e difetti, ma devo ammettere che il nostro rapporto è stato altalenante, più che altro perché hanno fatto scelte che non ho condiviso o in generale mi sono sembrati un pochino incoerenti in certe scene. Zélie è coraggiosa e testarda, ho apprezzato il fatto che si dimostra per quello che è: una ragazzina con un compito più grande di se e che non nasconde il fatto che tutto questo la spaventa. Amari è quella che mi ha convinta meno, anche se verso la fine mi è piaciuta. La sua decisione di scappare dal padre e ribellarsi sembra quasi un capriccio, ma più che altro avrei preferito vederla tentennare prima che facesse una scelta così drastica. Insomma, alla fine è sempre suo padre e io penso che il suo personaggio sarebbe stato più realistico se prima di ribellarsi avesse passato dei momenti di indecisione sulla scelta da prendere.
Fatto che invece è successo con Inan, ecco perché l'ho apprezzato di più, almeno nella prima parte. Inan è cresciuto con la convinzione che la magia sia una malattia e che deve essere estirpata, e ho gradito molto il suo percorso nella prima metà del libro. Ho adorato anche la chimica con Zélie e inutile dirvi che li ho shippati parecchio. Questo fino a quando l'autrice non fa una cosa che non avrebbe dovuto: l'INSTALOVE. Ora, in un primo momento non mi è dispiaciuto. Zélie e Inan si odiano e allo stesso tempo condividono dei momenti intensi insieme. La chimica c'è, sì, ma parlare subito di amore è un grosso, grossissimo NO. E no, non si tratta di fraintendimenti da parte mia, perché questi due la pagina prima si odiano, quella dopo dicono di amarsi. Giuro, è un cambiamento così repentino che per lo shock ho dovuto fermare la lettura e rileggere più volte. Non capisco proprio il perché di questa scelta. E' stata insensata e piuttosto incoerente da parte dei personaggi, completamente out of character. Mi lascia perplessa perché comunque fino a quel punto la storia si stava sviluppando al ritmo giusto ed era già perfetta, perché rovinare tutto inserendo necessariamente la storia d'amore? Vi giuro che se non ci fosse stato avrei potuto dare anche il massimo punteggio.
Superata questa parte per fortuna la storia si riprende, anche se i personaggi ne hanno risentito un po' a causa di queste scene. Ho apprezzato il rapporto tra Amari e Tzain, il fratello di Zélie (che non sono riuscita ad inquadrare benissimo). Rispetto al legame tra Inan e Zélie, il loro è più che altro amicizia che lascia presagire qualcosa di più. Interessanti anche gli altri personaggi che non vedo l'ora di trovare nei seguiti (che dovrebbero essere in tutto tre, se non sbaglio).
Passiamo alla magia. Per certi aspetti il modo in cui viene descritta può essere considerato innovativo, seppur qua e là ho letto qualcosa di simile. Insomma, non è tanto originale, ma tutto sommato funziona bene. Ci sono diversi tipi di maji (gli indovini in grado di utilizzare i loro poteri), ognuno con un'abilità particolare. Il connettore, in grado di "connettersi" con le menti; il bruciatore, in grado di dominare le fiamme; il cancro, in grado di uccidere le persone diffondendo la malattia, e così via. Ho apprezzato di più però il loro legame con gli dei e il fatto che essi spesso e volentieri avessero un ruolo importante nello svilupparsi delle vicende.
In tutto questo non ho potuto fare a meno di notare il fatto che il tema della discriminazione, dell'oppressione è molto forte in questo libro. Sicuramente da questo punto di vista manda un messaggio abbastanza chiaro, e ve lo dice una che spesso a primo impatto non nota certe allusioni se non dopo aver terminato il libro e averci riflettuto, ma qui è stato palese sin da subito, non ho dovuto leggere le note finali dell'autrice per rendermi conto che questo libro è una denuncia.
Tra alti e bassi, comunque, ho apprezzato molto questa storia. Per me la magia è sempre qualcosa di affascinante e non riesco a restare impassibile dinanzi a questo genere di storia . Se non ci fossero stati quei capitoli di sicuro il mio giudizio finale sarebbe stato più alto (su goodreads ho dato 4 stelline, non dico che avrei dato il massimo, ma 4,5 ci sarei arrivata tranquillamente). Attendo il secondo volume, non con tanta ansia perché al momento il modo in cui si è concluso è stato appagante, anche se c'è stato un risvolto finale un pochino prevedibile ma tutto sommato intrigante.
Chiedo perdono, mi rendo conto di essermi dilungata tantissimo, ma le pagine letto sono tante e di conseguenza anche le cose da dire. Fatemi sapere cosa ne pensate, sono curiosa!
Sembra un bel libro :)
RispondiEliminaLo è, difetti a parte :)
EliminaCome ben sai, anche io ho detestato profondamente la parte dell’instane-love perché l’ho trovata totalmente campata per aria. L’avrei forse preferita se il sentimento fosse nato più lentamente, ma non lo so perché semplicemente mi sembrano un po’ forzati. Per il resto il libro mi avrà anche un po’ deluso, ma la parte riguardante la magia l’ho adorata.
RispondiEliminaUhm, secondo me che finissero insieme era scontato, ma avrebbero dovuto passarne parecchie prima che accadesse.
EliminaMi ispira. Lo segno poi vedrò se prenderlo.....
RispondiEliminaFammi sapere :)
Eliminami è piaciuto, ha qualche pecca ma si è rivelato una lettura originale. Un glossario avrebbe aiutato
RispondiEliminaAggiunto in wish-list!!!
RispondiEliminaMi ispira un sacco come lettura :)
Lo sto leggendo in questi giorni :)
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